Ed eccoci qui, tutti seduti in un silenzio colmo di attese.
L’ambiente è suggestivo, tetto spiovente e legno dappertutto.
Fabrizio, aka Enofaber, si muove tra i tavoli con piglio deciso e sguardo fiero.
Nei calici un nettare rubino: ci si vede attraverso, lo noto e la trovo una cosa curiosa.
Questo Grignolino si presenta subito con una nota singolare.
Mi sento una scolaretta delle elementari invitata a partecipare ad una lezione universitaria.
Intorno a me i nasi sprofondano nei bicchieri, le persone si scambiano considerazioni dotte, da conoscitori. Se chiudo gli occhi e li ascolto ho l’impressione che parlino dell’ultimo arrivato nella compagnia di amici: ognuno dice la sua, qualcuno lo conosce e lo descrive con dettaglio e precisione, altri azzardano le prime impressioni.
La passione dei produttori presenti diffonde tra i partecipanti un entusiasmo che lievita nell’incontro con quello espresso da chi di vino scrive, di chi al vino organizza feste ed eventi… quanto amore, quale profondo rispetto, quanta gratitudine sgorga dalle parole di chi viene invitato a raccontare le emozioni che il Grignolino suscita.
Il Grignolino.
Mi ero quasi dimenticata di lui, distratta dall’atmosfera coinvolgente e calda che, lo comprendo solo ora, è tutta merito suo.
“ci presentiamo?”
Avvicino alla bocca il primo calice, poi il secondo… ad ogni sorso cerco il riscontro di quello che gli ospiti, coinvolti dalla simpatia e dall’abilità di Fabrizio, esprimono con parole vibranti di emozioni che superano le conoscenze e le competenze tecniche.
Riconosco ad ogni mescita un carattere proprio, distintivo: non sono in grado di esprimerlo con le parole appropriate, nè di classificarlo, ma sento le differenze e, calice dopo calice, piano piano si delineano le mie preferenze.
“Ti piaccio? Non serve tu mi dica perché o per come… ti piaccio?”
E’ lui, è il Grignolino che mi parla, che richiama la mia attenzione su di sé.
Sì, Grignolino, mi piaci, mi piaci per il rosso profumato di cui ti ammanti, per quel solletichio che, a volte quasi impercettibilmente, fai saltellare veloce in bocca.
Mi piaci perché parli una lingua che comprendo e non sapevo di conoscere, un linguaggio che non è fatto di parole ma di emozioni, di sensazioni, di risvegli.
Umanità.
Amina, Aka Carlottella
"E quando in inverno spillate il vino, fate che nel vostro cuore vi sia una canzone per ogni calice; E fate che nella canzone vi sia un ricordo dei giorni d'autunno, della vigna, e del torchio." K. Gibran, Il profeta
(foto di Roberto aka Cromobox)
5 commenti:
Eri li, di fianco a te, e riuscivo a percepire, nette, le emozioni che hanno riempito queste righe.
Non serve essere "esperti" ( chi può poi dirsi tale) ma avere orecchie per ascoltare quello che il vino sa raccontare.
Grazie, per la tua presenza e per questo racconto.
Giuliano
Molto bello, pieno della tua anima, Amina!
MG
Davvero semplice, diretto e raffinato al contempo, come solo tu sai comunicare.
Grande sensibilità, splendida penna! :-)
Sara
Parole delicate , direttamente dal cuore con l'affettuosa timidezza di un primo giorno di scuola...:-)
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