domenica 4 dicembre 2011

Aglianico, taralli e peperoni cruschi: il Vulture conquista Torino

Aglianico del Vulture


La sede dell'incontro #AglianicoSottoLaMole é Palazzo Capris, Fondazione dell’Avvocatura Torinese. 

"Strano abbinamento, la Volpe e l'Uva..."' rifletto mentre varco il pesante portone di accesso al palazzo settecentesco.

I calici ancora vuoti brillano sui tavoli allestiti con cura per ospitare chi, come me, oggi ha il privilegio di potersi sedere a tavola con i produttori che Davide Marone ha invitato a Torino per presentare ad una platea variegata il vino che producono e che, a quanto pare, é poco conosciuto in terra sabauda: 
l'Aglianico del Vulture, un vitigno che si annovera tra i 4/5 più significativi del nostro Territorio.

In fondo alla sala campeggiano, schierate come ad una parata militare, le bottiglie che i vignaioli invitati hanno scelto per rappresentare la loro produzione e il loro Territorio.

Resto subito affascinata dall'etichetta del 400 Some Azienda Vinicola Carbone, che appare ai miei occhi un blasone nobiliare, perfetto per un vino che, in quel 'del Vulture', marca con onore l'appartenenza ad un Territorio che, con orgoglio e una simpatia a tratti un po' ruvida, i produttori desiderano farci conoscere ed apprezzare attraverso il vino, ma non solo.

ElenaBardelli e Fabrizio Gallino, eleganti ed attenti, iniziano ad aggirarsi tra i tavoli versando nei calici il nettare rubino che finalmente attira su di sé tutte le nostre attenzioni, fino a quel momento distratte dai deliziosi taralli che la mamma di Sara Carbone ha preparato per l'occasione!

Peperoni cruschi e i taralli della mamma di Sara Carbone

L'Aglianico, i taralli, i peperoni cruschi... in pochi minuti il Vulture diventa il vero e unico protagonista della giornata conquistando, con un'immediatezza tipica del Sud Italia, i nostri palati curiosi e impazienti!

Non essendo un'esperta, non mi addentro in giudizi tecnici o valutazioni più o meno personali sui vini che ho avuto l'onore di poter assaggiare: non é cosa da tutti essere invitati a un simile evento, di solito dedicato a chi opera in qualche modo in abito eno-gastronomico.

Personalmente devo ringraziare Twitter che, in modo del tutto inaspettato, mi ha fatto conoscere la ricchezza di stimoli che caratterizza il mondo del Food&Wine, e le persone che tramite la Rete hanno avuto la curiosità di conoscermi e il desiderio di coinvolgermi nelle iniziative organizzate.

Se c'è una cosa che, al di là di una specifica preparazione tecnica, ritengo di saper fare, é riconoscere se un vino mi piace oppure no, e - soprattutto - so capire se si tratta di un prodotto genuino o invece artefatto.

L'Aglianico mi ha sorpresa piacevolmente nelle sue varie declinazioni, quelle più giovani e invadenti che ho apprezzato nel Likos2008 di Vigne Mastrodomenico - quasi un'orda di cari amici che la domenica mattina si presenta a casa mentre ancora dormiamo impossessandosi con divertita simpatia del nostro tempo, ma anche quelle elegantemente piú austere dell'Aglianico Lelusi 2005, un vino che racconta la sua biografia sull'etichetta rossa che pone in risalto il nome, la terra, l'anno di nascita e la genitura!
Le note di liquirizia che ho rilevato nel Rupe diApollo 2007 Tenute d'Auria, mi si sono adagiate in bocca come fatte scivolare da un tappeto di velluto, una caratteristica che di questo vino mi ha molto incuriosito.

Al mio tavolo siede  Michele Laluce, che dopo poche battute con me, mi propone la cittadinanza onoraria in Basilicata, a mia scelta il paese da cui farmi adottare! Questa cosa mi diverte moltissimo mentre sorseggio il suo Le Drude 2007 Vinilaluce, che bene si accompagna con i peperoni cruschi e i taralli della mamma di Sara, tra cui il mio gusto saltella come in un hula hop stile Happy Days!

L’amica Caterina Adorno, seduta di fronte a me, riconosce nel Serra del Prete 2009Musto Carmelitano note d’incenso… immediato per me l’abbinamento con il nome di questo vino, che riconduce senza tanti giri di parole al profumo delle Chiese durante le grandi celebrazioni. Personalmente quel gusto a me ricorda di più il caramello, quello che da bambina andavo a rubare nelle scatole del budino che la nonna della mia amichetta conservava in una credenza di legno scuro.

Bere il vino di Sara Carbone dopo un anno di contatti twitteri con lei, è come dare non solo un volto a un nick, ma una storia e una consistenza che tocca sfere profonde della socialità. Mi appassiono del 400 Some 2007 Azienda Vinicola Carbone, lo sorseggio e mi sembra di conoscerlo da sempre, almeno da quando, più di un anno fa, ne sentii parlare nei tweet di coloro che avevano partecipato alla ‘gita’ nel Vulture volta a far scoprire quella Terra ed i suoi vini. 
Fu allora che feci la conoscenza ‘virtuale’ di Sara e dell’Aglianico, a cui oggi ho potuto stringere la mano… e la bottiglia!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

..penso sinceramente che manifestazioni di questo tipo siano davvero molto importanti per i tanti appassionati,e per i molti curiosi che si avvicinano al vino ..momenti utilissimi e piacevoli per la promozione dei tanti vini italiani tradizionali..austeri..meno distribuiti ma di grande pregio e fattura..l'Aglianico del Vulture è uno di questi..un vino che segue poco la moda attuale del mercato, ma si distacca tanto dalla media dei rossi strutturati in circolazione..

Massimo ha detto...

un post che potrebbe sembrare ingenuo ma che invece esplicita un punto di vista disincantato ma acuto che dovrebbe far riflettere sul fatto che oltre a quelli/e (tanti) che per professione fanno le pulci alle manifestazioni e soprattutto ai vini ci sono anche quelli/e (tanti di più per fortuna) che come Antonella a questo tipo di eventi partecipano per allargare le proprie conoscenze grazie al contatto diretto con i produttori che raccontano i loro vini e il loro territorio.

Informazioni personali

La mia foto
Italia, Italia, Italy
A volte sento nel cuore una felicità inspiegabile: non ne ravvedo il motivo scatenante, zampillo gioia come una fontana che guarda al cielo. Io ho un SOGNO, che è più di niente.