Mele al kuzu |
Nelle domeniche d'inverno la mia casa profuma di pane e di mele cotte. Più che con il calore prodotto dalla caldaia che sobbalza in terrazza , mi piace scaldare l'atmosfera con ricordi che non appartengono solo al mio passato, quanto piuttosto alla tradizione, ai racconti, alle favole e ai loro castelli, quelli che ho costruito negli anni - non con le carte - ma con i rametti con cui le rondini costruiscono il nido.
Quasi fossi il grillo parlante nella casa di Mastro Geppetto, mi guardo mentre sbuccio le mele e le affetto sottili con la lama verde di un coltellino che con l'immagine del piccolo insetto saltatore fa decisamente pendant!
Acqua e fuoco: in pochi minuti la frutta ha conquistato l'aspetto della purea, inondando l'ambiente di un profumo che mi ricorda l'atrio dell'ambulatorio della pediatra che si occupava di me quando ero bambina. Il padre coltivava mele e la cantina della sua casa/studio, durante l'inverno, emanava l'odore del Trentino!
Per rendere la crema ancor piú morbida, e potenziare gli effetti benefici della frutta, la macrobiotica mi ha insegnato ad aggiungere, pochi istanti prima di spegnere il fuoco, un cucchiaino di kuzu sciolto in un un poco d'acqua. Il kuzu deriva da una radice con proprietà calmanti per l'intestino.
Nella mia tazza Wedgwood si mescolano così Oriente e Occidente, favole e tradizione, calore e retaggi di un passato che confido si materializzi nel futuro, il mio.
Amina
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