giovedì 15 novembre 2012

Lecco è una città che capita. E stupisce.

Lecco, 14 Novembre 2012_by Amina


Fino a qualche mese fa, se mi avessero chiesto di elencare le province della Lombardia, avrei di certo scordato di citare Lecco, tanto cara al Manzoni e così poco nota oggi ai più.

Protetta dalle montagne e lambita dalle acque del lago, Lecco cede volentieri il passo a chi si affanna lungo i circuiti del business brianzolo o meneghino, e si concede con parsimonia ai pochi turisti che la sfiorano quasi per caso tra una gita a Bellagio e un viaggio verso la Valtellina.

Lecco è una città che capita.
E capita di non accorgersi che Renzo e Lucia si tengono ancora per mano sotto lo sguardo di Alessandro Manzoni che, nella piazza a lui dedicata, punta lo sguardo verso l'orizzonte che conduce alle acque di 'Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno...'

I personaggi de I Promessi Sposi respirano in ogni angolo di strada, da dove sbucano frotte di bambini delle età più svariate.

È una cosa che mi ha colpito fin da subito: Lecco pullula di bambini scorrazzanti o pacificamente addormentati in passeggini ultra-moderni che solcano i ciottoli di via Roma.

Via Roma è la via dello shopping, dello struscio, della spesa, degli incontri.

Via Roma a Lecco è la Via.

In via Roma passeggi, chiacchieri, fai la spesa e lo shopping, fai capannello con gli amici, esibisci il cappotto nuovo e, magari, scorgi chi, da anni, finge di non riconoscerti... e ti resta il dubbio che tu sia invecchiato al punto di non essere più riconoscibile da chi ha trascorso pomeriggi interi a giocare a nascondino con te e con i compagni di classe.

Via Roma prosegue diritta verso la piazza che esibisce il fianco al lago, ma l'insegna del Bar Baldo, con la scritta 'dal 1825', agisce da richiamo... convinto di fare un salto nell'ottocentesco clima manzoniano, entri.

Varcata la soglia l'Inaspettato (non l'Innominato, si badi ben!) ti coglie di sorpresa e ti lasci trascinare dall'incanto dei croissants francesi elegantemente esposti dentro campane di vetro, dalla vivacità delle glasse adagiate sui donuts che - lo scoprirai poi - arrivano direttamente dalla California!

In fondo al banco, l'acquolina cede il passo alla moda: le collane, i bracciali, gli anelli che Marco Ferra disegna ed espone nel suo Salotto sembrano fatti di bon bon di zucchero.

Tra i tavolini può sembrare di veder danzare le ballerine di Toulouse Lautrec: veli di tulle rosso vestono manichini di midollino perfetti per l'atmosfera di bistrot parigino che qui si respira.

Eleganti cagnolini di pezza oziano in lussuose cucce très très chic, e le sorprese non finiscono nemmeno se scegli di andare a sciacquarti le mani nella toilette ...

Ecco, il Salotto di Marco Ferra che - come dice lui - 'non impegna' - è il mio angolo di Parigi a Lecco, il luogo dove ritrovo l'estro e l'unicità di Brera, la vivacità di un'accoglienza calorosa e l'esclusività di una selezione appassionata rivolta a tutti ma dedicata a chi la sa scovare e... apprezzare.


Amina

2 commenti:

tartetatin ha detto...

..Una città che capita sa di coincidenze, destini, scoperte, di trovarsi.
La passeggiata nella Via è elegante e un po' maliziosa, quasi ammiccante: quel guardarsi di sottecchi , fotografando ogni particolare fa immaginare lo scintillio delle vetrine, fa sentire il profumo di piccoli charmants croissants.., fa scoprire cappotti raffinati di una certa Audrey.: che fa entra in pasticceria?o è una gioielleria? Forse è ora di colazione:-)

Amina ha detto...

Cara Tartetatin, le tue parole sanno di zucchero, ricordano l'affetto della mamma che lo regala al bambino che non sa se scegliere un giro in giostra o il cono di cotone che appiccica le mani e rende soffice i pensieri. Sei una persona delicata e cara, che sono davvero felice di poter vantare tra le mie Amicizie. Grazie, Amina

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A volte sento nel cuore una felicità inspiegabile: non ne ravvedo il motivo scatenante, zampillo gioia come una fontana che guarda al cielo. Io ho un SOGNO, che è più di niente.